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i can fly…

ho respirato di nuovo l’aria del canneto.
puoi visitare tanti posti, posso visitarli per lo meno, ma il lago lo ho sposato. il lago maggiore intendo, non il lago come luogo generico.
lakeside è il titolo del blog, e ci farò una canzone un giorno o l’altro, la ho pensata un paio di volte ma ancora non mi ci sono messo seriamente, un giorno verrà.
comunque ho fatto un giro a piedi per il canneto,

ed era secco per la neve e le piogge di questi giorni, faceva abbastanza freddo ma bastava la giacca sulle spalle aperta e stavo bene, parecchio bene. ho camminato su ghiaietto bagnato, in alcuni punti anche neve ghiacciata che si rompeva sotto i piedi facendo un gradevole crack. era una neve ghiacciata strana, se mia mamma non avesse spaccato la macchina fotografica la avrei fotografata. gli esquimesi hanno svariati nomi per definire la trama della neve, noi chiaramente al di là di puciacco o fresca non andiamo.. quella neve non rientrava nei normali lessemi taliani, e come dicevo poc’anzi si spaccava gentilmente sotto i talloni. poi sono arrivato al fango, le scarpe si sono felicemente un po’ sporcate, e l’odore di essere all’aria aperta mi entrava nelle narici: l’attesa per rivederlo finalmente, e infatti eccolo lì, dietro una curva improvvisamente il lago.
era lo stesso punto in cui ho fatto la foto per il logo del blog, e lì ci ho pensato, quante cose sono cambiate da quella foto e invece lui era lì, un po’ meno azzurrino ma sempre lago. essendo basso per le poche piocggie, la spiaggetta era diventata una spiaggiona, sembrava quasi un anfiteatro, o una platea da cui mi stessero guardando, aspettando che io dicessi qualcosa.
allora sono sceso fino al bagnasciuga, e tenendo le mani in tasca alla giacca le ho alzate indietro così che las giacca sembrasse un mantello che svolazzasse.
bello, si, e poi mi sono sdraiato sulla sabbia. sulle prime avevo paura di sporcarmi la felpa e i capelli, poi ho detto ma vai a cagare, mica è corrosiva. poi si è corrosa. scherzavo, non si è corrosa, anzi respiravo e pensavo, a tratti non pensavo nemmeno forse, i gabbiani nuotavano a 20 metri e io mi gustavo il sole di febbraio. poi mi sono alzato e sono tornato attraversi il paesaggio modificato dalla neve, il canneto non ha retto i 40 centimetri di qualche settimana fa e mostravano una pianura con textures nuove, ma soprattutto modificato da una coscienza rigenerata.