Sono sicuro che tutti voi lo conoscete, ci ha fatto sognare e ridere per anni. Ma chi è il pingue personaggio della foto? Chi lo sa alzi la mano, e commenti. Eh eh.
A voi la parola..
Che giornataccia. Che voglia di chiudermi in casa e basta. Non che sono triste, non proprio. Sono che ho voglia di non avere responsabilità sulle persone e sugli eventi, per un 3 o 4 giorni. Nemmeno che ne ho tantissime di responsabilità, pensa a chi governa u Paese.. ma forse quelli non le sentono nemmeno le responsabilità. A guardare bene sembra spesso di no 🙂
Ho voglia di vacanza, credo si chiami così. Devo spingere su questo acceleratore per ancora una decina di giorni poi tutto dovrebbe andare tranquillo, liscio come l’olio, e rimpiangerò questo periodaccio di impegni.
Se bella vorrai diventare, un poco dovrai soffrire 🙂
La data è stata pressoché decisa, l’evento anche: Qualcosa che non c’è, firmata dal coro del liceo ora denominato KōRō; questi i brani in ordine sparso:
i dettagli nella locandina e comunque accorrete numerosi 😉
Per chi non la conosce, Losing time è un gran pezzo dei dream theater, il secondo brano di un dittico tra i miei preferiti. Un dittico dovrebbero essere due canzoni in sequenza, il collega musicologo (s)confermerà la mia definizione.
Vabbè il pomeriggio era arioso e propizio, il mio collega ed io, armati di strumenti molto validi, abbiamo pensato di eseguire un riarrangiamento di tutta la prima canzone del dittico e l’incipit appunto losing time, di cui questo video è testimonianza.
Che ne dite? EH EH EH
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Pericolosamente poetico mi accingo a vivere l’ennesimo moment of being di due o tre notti fa.
Appena sveglio le barriere razionali sono giù, più istinto meno ragionamento.
Non è possibile, penso. Non è possibile che tutto giri così velocemente. Il rubinetto di quella droga che si chiama ragione si era chiuso nelal testa, il mondosi svelava per l’accozzaglia di cose che è effettivamente senza un ordine.
Il relativismo scoppiava in tutta la sua bellezza; l’impressione stavolta era quella di vedere la linea del tempo stropicciata nel palmo della mano. Questa è una metafora, non è come io effetivamente stessi. Io stavo come se non ci fosse più il tempo, come se tutto fosse sparito giù nel buco.
Gli occhi assonnati fuori dalla finestra vedevano solo buio e gli alberi in ombra che si muovevano da ubriachi, lenti e agitati. Nella storia infinita Fantasia piomba nel Nulla, il mondo era già piombato nel Nulla, rimanevo solo io e la stanza. Il giorno dopo avrei dovuto fare una serie di altre cose, ma mi sembrava di averle già fatte, avrei spauto dire come sarebbero andate. E questo si stava espendendo al giorno dopo, ai giorni dopo. Stavo perdendo totalmente la direzione, mi sembrava di aver già vissuto la vita, forse anche qualche vita in più.
Il vento porta sempre via tutto quelloche ho in un momento, lascia solo l’essenziale:
percezione.
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L’assembramento di post denominati Twitter può disorientare. Ebbene mi sono lasciato prendere la mano da sto coso del menga che si chiama twitter. La mia tendenza a spiegare le cose mi fa venire da spiegarlo ma non lo farò dirò semplicemente che mi ha attratto, e in alto a destra quassù ogni tot si può leggere cosa sto facendo. Giusto eprché non ho tanta voglia di scrivere post interi come questo EHE.
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