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inside moment of being

L’altra notte c’era vento

lontano lontano
Pericolosamente poetico mi accingo a vivere l’ennesimo moment of being di due o tre notti fa.
Appena sveglio le barriere razionali sono giù, più istinto meno ragionamento.

Già successo.

Non è possibile, penso. Non è possibile che tutto giri così velocemente. Il rubinetto di quella droga che si chiama ragione si era chiuso nelal testa, il mondosi svelava per l’accozzaglia di cose che è effettivamente senza un ordine.
Il relativismo scoppiava in tutta la sua bellezza; l’impressione stavolta era quella di vedere la linea del tempo stropicciata nel palmo della mano. Questa è una metafora, non è come io effetivamente stessi. Io stavo come se non ci fosse più il tempo, come se tutto fosse sparito giù nel buco.

Gli occhi assonnati fuori dalla finestra vedevano solo buio e gli alberi in ombra che si muovevano da ubriachi, lenti e agitati. Nella storia infinita Fantasia piomba nel Nulla, il mondo era già piombato nel Nulla, rimanevo solo io e la stanza. Il giorno dopo avrei dovuto fare una serie di altre cose, ma mi sembrava di averle già fatte, avrei spauto dire come sarebbero andate. E questo si stava espendendo al giorno dopo, ai giorni dopo. Stavo perdendo totalmente la direzione, mi sembrava di aver già vissuto la vita, forse anche qualche vita in più.

Il vento porta sempre via tutto quelloche ho in un momento, lascia solo l’essenziale:

percezione.

6 risposte su “L’altra notte c’era vento”

O forse dovresti scrivere un libro su stati di coscienza diversi da quello percepito da tutti e chiamarlo “le porte della percezione”..saresti il primo a farlo senza prendere droghe pesanti e per questo forse non venderesti quanto gli altri, però forse verrebbe fondato un gruppo di nome “Le Porte” il cui leader predica l’astinenza da ogni sostanza stupefacente…….. 😀