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La salvezza delle piccole cose

C’è un sassolino che splende, ogni volta che salgo per la mia via.
A sapere che stiamo per perderli, li abbracceremmo così forte da non farli più scappare.
Chiedo sempre alla signora del bar un cappuccio con brioche al cioccolato, ciononostante lei tutti i giorni mi chieda cosa voglio.
Ogni volta che scherzo con i bambini che non conosco. E che conosco.
Cosa è un bacio? Dopo 12 anni non lo ho ancora capito.
Nell’ultimo anno ho avuto paura del ticchettio degli orologi,

Wish you were here, we’re just two lost souls swimmin’ in a fish bowl.
Ogni mattina mi chiedo perché sia così dura svegliarsi.

Il cremino del Bar Bisa.

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Mia madre se contasse tutti i panni che ha lavato

Fondotoce, 07/set/08

uno da solo si può fare molto può fare la pipì può addormentarsi
può fischiare può svegliarsi
può prendere a sassate dei lampioni
può rompersi i coglioni
a non finire
può anche farsi a pezzi ed impazzire
ma uno con qualcuno che lo ama e che lo stima e che lo guarda con passione
può anche fare la rivoluzione

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Da quanto non si ferma?

Da quanto è che tutto gira? Da quanto non ho tempo per veramente fermarmi a parlare? Ho veramente parlato tutte quelle volte che ho parlato a me stesso?

Vorrei scendere dal treno ogni tanto, sottrarmi alle regole del mondo tridimensionale.

È troppo un susseguirsi serrato di parole e immagini.. come si può pensare che un tizio, un essere umano qualsiasi, ci stia dietro? Una porta sul retro la devono avere pensata per forza dai.

Intanto, buonanotte.

Don’t you ever want to lie down, close your eyes and leave the ground?

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Fatti non foste

Località Piano Grande, 19/set/08

E per l’ennesima volta l’impressione, non più ignorabile, che le cose che stavo dicendo e a tratti rimproverando alla persona che avevo di fronte erano le cose che volevo dire a me m’a non trovavo il coraggio, il tempo, la voglia.

Pur di uscire usavano la persona lì davanti come uno specchio, si rimbalzavano ora su lui ora su lei, bussavano alla mia coscienza sorda, insistenti, ricordandomelo: fatti non foste per viver come bruti.

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Tutti hanno il loro piccolo mondo solitario

Meet me here
Meet me here, november eleven, come alone.

Tutti hanno, spero di non essere l’unico, un proprio mondo – dei propri momenti, in cui si è da soli.
Non parlo chiaramente dei momenti in cui ci si chiude in camera o si passeggia da soli, parlo di quando con la mente si fa in modo che tutto il resto non ci sia, forse si è davvero da soli o forse si è al supermercato, ma intorno, nella mente, sparisce tutto e a volte diventa proprio una pianura.

A me sembra di sognare, tipo. L’intorno diventa una pianura bianca, luminosa, a volte invece colorata, a volte solo le persone spariscono, e entro proprio in un altro pianeta Terra, se è un pianeta, con altri alberi, con altre corsi si supermercato, altre onde nell’acqua.

Nemmeno io sono più lo stesso.

(e il naufragar m’è dolce in questo mare)

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Undici

10.

No, 11. Valeva doppio.

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Il disastro v11b

2008-09 cesena (117)
Ok, ho cambiato theme.
Napolux, tu che sei l’unico che mi legge via feed, puoi pubblicizzarmi come fautore di temi wp con blueprint 😉