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Piccola luce in grande mondo

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Parlare all’oggetto dell’ammirazione non funziona, non funzionerà mai, ma ci voglio provare.

Cosa possono fare, due occhi un naso una bocca. Un sorriso. Non parlo della romanticheria, non parlo nemmeno delle reazioni chimiche. Parlo di cosa può fare fare. Chilometri, soldi tempo, sogni soprattutto, tanti sogni. Il colore, la forma, la curva tra la tua fronte e il tuo naso. Vedere i denti, il viso rilassato in un sorriso rivolto a chi sta davanti (io).
Cosa è quella cosa che proverei? Che cerco di bere surrogata quando vedo le tue foto, le cerco nei vecchi hard disk e me le bevo dimenticandomi dove sono e cosa sto facendo. Cosa è? Bellezza? Riduzione di un qualcosa di grosso a una parola, poveri umani.

Il tuo corpo, a complemento del  viso e di quello che sei, principessa, vaga, sorridente nella mia mente.
Cosa è quello che vedo, comprendi come sarei a vederti ancora dal vero? Comprendi come sarei? Non lo so se tu puoi pensare a qualcuno, più bello di me credo – altrimenti saremmo nello stesso posto ora. Altrimenti non avremmo resistito come invece abbiamo fatto finora. Io, perché so cosa sono per te e non voglio diventare il perenne inseguitore che rischio di essere ogni volta.

Comprendi, ancora uno sforzo è necessario per capire, comprendi cosa vuole dire avere i miei occhi e vederti e immaginarti, questo devi capire, immaginarti, con tutto il sonoro del mondo fuori spento, immaginare quel sorriso in quel momento, incorniciato perfettamente, tutto il resto di un colore sfocato e irrilevante, ancora, improvvisarci in mezzo a un qualsiasi contesto, recuperare quel ricordo solitario e comunque poco rilevante, tuffarsi in quello che è, vedere il tuo sorriso come se mi avessi trovato sotto l’albero di natale, il tuo sorriso solo per me, volontariamente solo per me, e solo in quel momento, per sapere che già vederti è dirti addio un’altra volta, sopra tutte quelle cose ceh si assaporano di giorno, tutte quelle cose, che si chiamano cose. Lì saremmo veramente persone. Nella tua bellezza vivrei come persona, finalmente. Comprendi cosa vogliano dire quegli occhi, quei capelli, quei denti, quel naso, quelle labbra, quel viso, tu il tuo viso il tuo corpo quello che non sei e che sei, capisci cosa vuole dire finalmente vedere, in quella luce, in quel secondo, tu per me e io per te?

..

Se hai capito, spero che tu abbia capito, spero che tu sia nei miei occhi ora, a vedere te stessa. Se hai capito, ora finalmente, pensa cosa sarebbe mettere una mano su quella pelle, su quei capelli, vedere quegli occhi che si chiudono, pensa cosa sarebbe poter dire al mondo che cosa sta succedendo e sapere che il mondo non potrebbe capire, pensa cosa sarebbe quella mano, quel contatto e quegli occhi che si chiudono, pensalo. Sii lì, sii me. Sii l’inadeguatezza che sono, sii quello che mi manca per arrivare a te, il cuore, i km, la bellezza, tutto quello che manca. Cosa sarebbe il tuo occhio che si socchiude, e la tua bocca che si chiude sorridendo di nuovo, e la tua mano sulla mia. Cosa sarebbe perdersi in un buio che ridisegna i visi, una luna che entra dalla finestra, un colore che ci salverebbe, finalmente, entrambi, da tutte le paure dell’altro, dalle paure dell’esterno, non ci sarebbe più altro, non ci sarebbe più esterno, noi saremmo tutto, per quel momento, e poi di nuovo addio. Ma quel momento, quella bellezza, quello che ho sempre voluto, ovunque e sempre, sarebbe lì.

e poi, a perderci, il mondo.