Categorie
inside

Vorrei ringraziarvi

Vorrei ringraziarvi tutti, e portarvi nel palmo della mia mano per farvi vedere le cose belle e brutte che vedrò nel mondo.
Per me è sempre stata unìesperienza molto coinvolgente dirigere, ma quest’anno, per avvenimenti personali e non, sono stato coinvolto e credo lo siate stati anche voi in maniera totale.
Per questo vorrei portarvi tutti nel palmo della mia mano. Vi ho fatto un discorso prima che iniziassimo a cantare sabato, e non sono riuscito a dirvi tutto quello che volevo nè come lo avrei voluto dire, ma come ho accennato ad alcuni credo che il messaggio sia arrivato a tutti.
ulivo eli 2 08
Quando siete nel vostro letto, la sera, e pensate al mondo e alla giornata, alle persone a cui volete bene e a cui non ne avete voluto, può capitare di sentirsi soli perché ineffetti in quel momento si è soli, per fortuna. Serve sempre rimanere senza nessuno intorno, impone una verifica. Ma a volte si sta male. Se è così pensate che non siete soli, perché in quel momento sicuramente qualcun altro sta facendo lo stesso con voi.
Grazie a tutti perché vi siete lasciati pensare tante sere da settembre ad oggi, e grazie perché lo farete ancora.
Kudos to those who see thru sickness yeah.

Categorie
inside

le rondini

mi ripromisi di scrivere un post che parlasse della laurea o per lo meno che segnalasse le foto della laurea (che sono qui), ma in questo momento una cosa ha catturato la mia attenzione e il titolo del post ne è riprova: le rondini 🙂
Lucio Dalla aveva scritto una canzone sulle rondini. Non che io sia un profondo estimatore di un cantante gay, ma quando uno fa una canzone (anche più di qualche) bella bisogna riconoscerglielo.

vorrei entrare dentro i fili di una radio
e volare sopra i tetti delle città
incontrare le espressioni dialettali
mescolarmi con l’odore dei caffè
Fermarmi sul naso dei vecchi mentre Leggono i giornali
E con la polvere dei sogni volare e volare
Al fresco delle stelle, anche più in là

i sogni hanno molto da dire inquesto periodo a me. è bastato il suono di ste ragazze per farmi tornare indietro nel tempo di, ormai, più di dieci anni, a quando con mia nonna stavo a guardarle mentre parlavano (le rondini) sul filo davanti a casa sua.
adesso invece sono dottore 🙂

Categorie
inside

il cuore non dorme mai

un sogno così non mi era mai capitato penso. le rare volte che ti accorgi che stai sognando e riesci a rimanere dentro la sogno, capendo che puoi controllare tutto ed è il tuo mondo.

ecco, lì ho incontrato una persona, una ragazza, di cui al momento non ricordo nemmeno la faccia. non era bellissima, era normale, e eravamo in questa città che avevo ben presente, la avevo già vista, paesino tipo verbania, sempre sulla sponda del lago, un lago generico, una pavimentazione a porfido, chiesetta.. (dovrei disegnarla che diamine. che diamine, chiederò a qualcuno di deviantart di farla, forse.
le cose non vanno perse, non bisogna perderle)

mi è capitato altre volte di trovare una ragazza in un sogno, una ragazza che non aveva volto, nel senso che adesso non saprei dirlo o che nemmeno in quel momento capivo, un po’ come quando i santi si trasfigurano e si vede solo la loro Bellezza.

ma capendo dove ero, nella mia mente (o in qualcosa di più grande?) capivo che quello che vedevo era il mio riflesso: sia lei che tutto quello che c’era intorno, e anche lei lo sapeva. così che vivevo uno spropositato senso di comunanza con tutto ciò che c’era intorno e lei diceva che qualsiasi cosa avessi desiderato si sarebbe realizzato; i paesaggi, lei, ogni cosa cambiava al ritmo dei miei pensieri, e lei rideva contenta di questa cosa. un paradiso ritagliato da me in me per me.
e nel momento di separarci, lei me lo ha detto, che mi aspetterà in quello spazio di sogno quando tornerò.
il cuore non dorme mai

senza un posto nè un sentiero senza diavolo nè dio
senza un cielo da sparviero senza il grido di un guerriero io ti lascio senza perderti
e ti perdo un po’ anche se poi lasciarti è un po’ perdermi
o bella mia, o bella ciao, io sono via con un pensiero di te immenso
e un nuovo senso di me…

Categorie
inside

l’arte come intento comunicativo

su deviantart trovo spesso discussioni genriche su cosa sia l’arte. no, trovo discussioni che hanno in comune disquisizioni su cosa sia l’arte. questo, ad esempio è un brutto casodi razzismo in arte e disquisizione su cosa effettivamente l’arte sia.
ma partiamo nal nucleo centrale, ovvero la fine del mio ragionamento, che mischia nozioni di religione musica semiotica e pedagogia etc etc.
l’interpretazione di un fatto non può eludere dall’intenzionalità dello stesso: il fumo di un incendio comunica, ma il fumo di un linguaggio come quello degli indiani è un po’ diverso, c’è una persona che cerca di comunicare qualcosa, questo ci ha insegnato il pofessor zucchi

l’arte io la vedo come intento comunicativo, come quella cosa che muove una creatura intelligente a produrre suoni / trasformare oggetti / etc per comunicare qualcosa: la comunicazione di bello ha anche quello: non è una cosa che capita tra un emittente e un ricevente, c’è anche un canale di trasmissione, e se l’arte è la comunicazione stessa allora non possiamo ridurre l’analisi della parola arte al canale di comunicazione.

e non possiamo nemmeno discriminare qualcosa che viene chiamato arte da altri e non da noi, solo perché non abbiamo mai visto utilizzare o discriminiamo quel canale comunicativo.

in questo modo però, tornando a terra, ci si accorge che sto generalizzando ad arte moltissime cose che abitualmente non lo sono considerate: la ninna nanna della mamma al bambino, i pasticcini che fa il pasticcere, perché è una forma di comuniazione anche quella, il vaffanculo dell’automobilista all’altro automobilista, il sequestro di persona, e altre cose che al momento non mi vengono ma che sicuramente il lettore avrà già intuito e che invito a mettere in un commento a questo post.

si, bè intendo queste cose, anche quelle brutte, anche i tradimenti gli assassini, le bugie (ma questo si sa, dire le bugie è un’arte), l’arte non è buona o cattiva ma è comunicazione.
così, in senso assoluto, l’arte è bella quando l’intento comunicativo riesce, quando quello che l’essere intelligente aveva in testa di comunicare coincide con quello che viene percepito: quando la comunicazione è di qualità l’arte sottesa è di qualità.

i motivi per cui le due cose, il pensiero del mittente e la ricezione del ricevente, penso siano 3. problemi nel mittente, nel canale o nel ricevente. quindi se l’artista, mittente, non è capace a usare con maestria il mezzo di trasmissione il pasticcino sarà cattivo, il sequestro di persona male effettuato, la canzone cantata male. se il mezzo di comunicazione è soggetto a deterioramento, la qualità sonora non sarà adeguata, il quadro brutto eccetera. anche se sul canale di trasmissione influisce moltissimo il talento dell’artista.
infine, il ricevente. che con facilità sarà critico d’arte, perché tutti lo siamo, tutti sappiamo dire se un discorso è ben costruito, se un pasticcino non è buono. sappiamo anche dire quando la musica è buona musica, anche se non conosciamo niente di note e sociologia della stessa. si parla di competenza d’uso e non di competenza analitica, ma sto andando fuori tema.

siamo tutti critici d’arte, pronti a stroncare e a dire che questo o quello non è arte ma una cagata. oppure, si spera, nell’umiltà del critico sappiamo dire che non ci piace ma è arte lo stesso.

a me non piacciono gli atari teenage riot, per niente, ma riconosco che fanno esattamente quello che vogliono fare. comperate un cd e ditemi se non è vero. un principiane che prende in mano una chitarra e fa un la maggiore in malo modo, non sta facendo esattamente quello che vuole. lui vorrebbe un suono più bello, più pulito, ma gli escono un paio di note. quella è arte di bassa qualità. da non confondere con il valore pedagogico che l’atto di fare un la maggiore male abbia, che è un valore altissimo (sbagliando si impara).

la merda d’artista, di Manzoni (non Alessandro, ma Piero), è arte secondo questa mia visione delle cose: voleva esprimere che qualsiasi cosa l’artista voglia, è arte. è addirittura metaarte, perché parla di sè, delle regole che guidano l’arte stessa.

augh, per stasera ho parlato anche troppo.

Categorie
inside

23

ho 23 anni, penso si debba dire qualcosa a proposito.

qualcosa 🙂

non solo, ecco alcune delle fantastiche foto al canneto:

le potete trovare qui

Categorie
inside

humanhaiku beginning

è partito questo progetto con feel hippo

abbiamo fatto parecchie foto, un’ottantina in tutto se non vado errato. mi sembra un bel lavoro, chiaramente fine a sè stesso, o fine a una comunicazione più elevata ma che nemmeno i suoi craetori per ora potrebbero definire del tutto.

Categorie
inside

multietnico



Cambiati la faccia.

sei davvero tollerante? verso le altre razze, verso la terza età? io quando mi sono visto anziano sono un po’ saltato sulla sedia, negro o cinese no, mi piacevo quasi, ma più cinese che negro (non me ne vogliate, lo ritengo un termine più rispettoso di “nero” o “di colore”) e anche questo potrebbe volere dire qualcosa.. diverte molto e fa pensare, fateci un giro..

Categorie
inside

i can fly…

ho respirato di nuovo l’aria del canneto.
puoi visitare tanti posti, posso visitarli per lo meno, ma il lago lo ho sposato. il lago maggiore intendo, non il lago come luogo generico.
lakeside è il titolo del blog, e ci farò una canzone un giorno o l’altro, la ho pensata un paio di volte ma ancora non mi ci sono messo seriamente, un giorno verrà.
comunque ho fatto un giro a piedi per il canneto,

ed era secco per la neve e le piogge di questi giorni, faceva abbastanza freddo ma bastava la giacca sulle spalle aperta e stavo bene, parecchio bene. ho camminato su ghiaietto bagnato, in alcuni punti anche neve ghiacciata che si rompeva sotto i piedi facendo un gradevole crack. era una neve ghiacciata strana, se mia mamma non avesse spaccato la macchina fotografica la avrei fotografata. gli esquimesi hanno svariati nomi per definire la trama della neve, noi chiaramente al di là di puciacco o fresca non andiamo.. quella neve non rientrava nei normali lessemi taliani, e come dicevo poc’anzi si spaccava gentilmente sotto i talloni. poi sono arrivato al fango, le scarpe si sono felicemente un po’ sporcate, e l’odore di essere all’aria aperta mi entrava nelle narici: l’attesa per rivederlo finalmente, e infatti eccolo lì, dietro una curva improvvisamente il lago.
era lo stesso punto in cui ho fatto la foto per il logo del blog, e lì ci ho pensato, quante cose sono cambiate da quella foto e invece lui era lì, un po’ meno azzurrino ma sempre lago. essendo basso per le poche piocggie, la spiaggetta era diventata una spiaggiona, sembrava quasi un anfiteatro, o una platea da cui mi stessero guardando, aspettando che io dicessi qualcosa.
allora sono sceso fino al bagnasciuga, e tenendo le mani in tasca alla giacca le ho alzate indietro così che las giacca sembrasse un mantello che svolazzasse.
bello, si, e poi mi sono sdraiato sulla sabbia. sulle prime avevo paura di sporcarmi la felpa e i capelli, poi ho detto ma vai a cagare, mica è corrosiva. poi si è corrosa. scherzavo, non si è corrosa, anzi respiravo e pensavo, a tratti non pensavo nemmeno forse, i gabbiani nuotavano a 20 metri e io mi gustavo il sole di febbraio. poi mi sono alzato e sono tornato attraversi il paesaggio modificato dalla neve, il canneto non ha retto i 40 centimetri di qualche settimana fa e mostravano una pianura con textures nuove, ma soprattutto modificato da una coscienza rigenerata.

Categorie
inside

il narcisismo

tutti la sanno la storia invece del ragazzo bellissimo che si chiamava narciso, tutti sanno cosa sia il narcisismo, o per lo meno tutti pensano di saperlo. in realtà, a mia detta che ci sono abbastanza dentro il fenomeno è più complesso.

comunemente il narcisista è bello ed è ordinato, secondo quello che la gente pensa. in realtà il narcisista può essere un vuncione, può anche essere bruttino o non tenersi. l’essere narcisi si manifesta per un’attenzione superiore al normale a cose a cui una persona “normale” non da peso. il narcisista non esce di casa se non è perfettamente in ordine, però secondo un’idea di ordine che ha lui: se è un rastone, i rasta devono essere messi nella maniera che lui vuole, i vestiti devono essere strappati come lui vuole. narcisismo = perfezionismo, e questa cosa magari si riflette anche sul comportamento. la camminata deve essere esattamente come la vuole lui, il suo odore deve essere un cosa che gli piaccia.. e purtroppo anche le persone intorno a lui diventano oggetto di pretese, in certi casi.

il tutto poi sta nel saperla gestire: può diventare una punto a tuo favore, se lo usi nel modo giusto: fa diventare scupolosi, o fa diventare affamati di perfezione a tal punto che si scartano le persone a priori perchè non colmano mai questa fame.

Categorie
inside

sole sul muro

mi ha colto alla sprovvista oggi: mentre mettevo a posto la tenda, per uno strano caso, il sole ha illuminato una sottile striscia verticale dello stipite delal finestra. mi ha fatto molto piacere, logicamente, perché come un po’ tutti sapranno durante l’anno alle nostre latitudini c’è un apprezzabile cambio di inclinazione del sole, che fa si che le stagioni si alternino (per chi non c’era arivato che ero meteopatico si faccia un giro qui oppure qui o anche qui) e mi è venuto in mente quando ho iniziato a dormire con la finestra aperta l’anno scorso, non ci pensavo da tanto logicamente. come bastiano (nome di merda) nella Storia Infinita avevo perso il ricordo di me dormiente con la finestra aperta perché desideravo che l’estate finisse. Come non ricordo tutt’ora come si sta ad andare in giro e non riuscire a pensare per il troppo caldo, insomma c’era una sottile striscia dorata, che mi ha fatto guardare di fianco al mio piccolo monte Rosso, il sole c’era si abbastanza da poter dire che effettivamente era l’ e non da un’altra parte. Ha giusto fatto quell’angolino, e mi conforta che non sia un tipo che lascia le cose a metà, tipo che adesso torna indietro. Non negli ultimi milioni di anni, ecco.
Eh il sole si che ne sa. Tric truc trac, tutti i giorni fa il suo pezzo di strada, mica come noialtri.