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lo ho messo alla prova

e ci è cascato.

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sogno

ti ho baciata, e baciarti era come dissetarsi, era come essere in mezzo al deserto e bere dopo una settimana a non bere, e quindi ti ho ribaciata. eravamo lì entrambi, sulla spiaggia e uno sull’altra, uno davanti all’altra.
un sogno, come al solito tu eri unica, e quella era la più bella volta in cui le mie labbra incontravano quelle di qualcun altro, la perfezione, i tuoi capelli lisci come mai, la tua gentilezza fuori da qualsiasi canone, il tuo tocco fuori da qualsiasi immaginazione, il tuo corpo esile, imperfetto forse per i canoni di bellezza occidentale, ma perfetto e niente sarebbe andato meglio, avvolta da un luce che non è quella di un fuoco ma quella di un piccolo sole, intorno la gente esterefatta, la gravità teneva il respiro e il sole non calava.
e niente passava, tu non passavi, un bacio sull’angolo della bocca non passava mai. addio.

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anello

o
le cose che fai possono essere viste come ricalchi di cose già fatte da altri o da te stesso in altri momenti. e quindi è una merda, un po’ perché non ti piace non essere un ricalcatore, perdi in singolarità, un po’ perché sai già il finale e magari non era nemmeno bello.
così ti ritrovi a non voler più intraprendere nessuna strada per questa coppia di motivi cazzutissimi.
no, non sto parlando solo dell’amore, ma di qualsiasi cosa possa essere definita progetto.
e invece se fai un piccolo lavoro mentale, convertire la pluralità delle azioni in tante azioni singole, capisci che si sottostiamo alle stesse regole ormai da secoli, millenni o ere a seconda delle regole, ma mai due cose sono accadute nello stesso modo (se è davvero successo è perchè hanno cambiato qualcosa nella struttura della matrice) quindi sono tutte, come si era ormai capito, seghe mentali: buttati, e scriverai una storia tutta nuova.

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marauder

i sogni son desideri..
di felicità,
il sogno non ha pensieri
trallallallallà

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volatile

se potessi dire qualcosa al giobi di quest’estate gli direi: merlo

Non il volatile, piuttosto il livello mentale.

0.14 – un orario che potrebbe essere chiamato: notte. Freddo, si,
piuttosto. Luci, qualcuna. ma soprattutto la stessa impressione della
sera del lupo, di appartenenza a un grande universo e di capire anche il
significato dietro di esso, dopo un’estate che oserei definire quasi
morta da questo punto di vista, in queste sere una voce che non dice
parole ma chiama e mi regala paesaggi che mi spiegano tutto.

Merlo.

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addormentare

che bello quando la persona amata si addomenta tra le tue braccia..
prima si stringe a cercare protezione e poi chiude gli occhi come a sottolineare che non gliene frega niente se non di te, e diventate i reciproci centri del mondo.
e piano piano ti accorgi che si è persa nel sonno, e quindi non osi respirare rumorosamente, se ti viene da tossire hai paura di svegliarla, tossisci piano.
e poi la guardi e pensia quanto sei felice, vorresti condividere la tua gioia con lei ma sta dormendo, la vorresti svegliare per spiegarle quanto è bello ma non puoi, perché se la svegli ti dispiace.
il peso della sua testa sul tuo petto, i suoi capelli tra le tue dita..
che bello quando la persona amata si addormenta tra le tue braccia.

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biblio

negli ultimi giorni sotto le mani mi passano volumi su volumi..
non posso resistere alla tentazione e a volte li leggo.. quante cose che ci sono scritte, quante cose la gente pensa, che potere le parole, che potere scrivere. non esisterebbe altro modo, ogni forma di comunicazione ha il suo: la parola ha il suo, la musica il suo.
la musica, si, affascinante, ma la parola, quanto è potente? che forme può dare alle cose, ai pensieri? forme inesistenti, spesso, forme che nei pensieri non potrebbero altrimenti esiste, ma comunque cose nuove:
diceva, mi pare, Wilde, che cercando le parole si trovano i pensieri. ed è dannatamente (scusere l’espressione baricchesca) vero: la parola non butta solo fuori, ma elabora quello che c’è già dentro una testa, infetta il pensiero di un sapore che non esisterebbe altrimenti, che lo fa evolvere a qualcosa di più grande.

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speakering

..

….

..-

-…. …

ticchettio di orologio, luce normale,

….

voci.

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cosa vuole dire avere più di venti anni

è da quando sono nato, o meglio da quando mi ricordo di esserlo, che penso a quanto mi manca a morire.

esempio: ho 5 anni. vivrò ancora venti volte come adesso, poi suppergiù sarò morto. magari anche meno.
ossessionante eh? potei sembrare tanto normale o sicuro di me e invece i’m no Jesus. adesso ne ho 22 la cosa si fa peggiore, sono a un quarto? e mi faccio tutte ste menate. il fato che mi ricordo ancora di quando avevo 3 anni mi fa pensare che la mia vita finora sia stata breve, e in effetti lunghissima non lo è stata. e devo farmi altre 3 volte sto viaggio? solo?
probabilmente osno solo uno che desidera troppo dalla vita?

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come tutti cercano l’amore

è un disastro: tutti cercano l’amore in tutti i modi, anche facendo finta di non cercarlo, e poi magari lo trovi ma per il modo in cui lo stavi cercando fai finta davanti a te stesso di non volerlo.

eh, vabbè.