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Aishwarya Rai, Salaam

Mi dicono di citare la fonte – dal film Umrao Jaan, il balletto fichissimo della miss Mondo di qualche anno fa, da notare come tutti i prcelli intorno la volgiono toccare. Le esclamazioni che potrebbero sembrare frasi tipo bella mona sono invece vivi per sempre

Pensateci, la prossima volta che circuite una signorina, dire vivi per sempre può funzionare

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E Soni iniziò a girare

soni

Suonerò inutilmente malinconico, ma questa foto mi ha fatto saltare lo stomaco come rivedere la ragazza che ami dopo un anno che non la pensavi più.

Questa è Soni, una bambina che ho conosciuto in India, che gira nell’alto atrio di Ram Bhawan, con uo dei quei cosi che fanno uscire le scintille in mano, a Benares, Uttar Pradesh, India.

Ho vissuto affacciato su quell’atrio per 12 anni giorni, mi ha lasciato un ricordo così forte e bello che un po’ lo avevo oscurato per non rimanerci male ogni volta che vedo un po’ di lago o di cielo, che un po’ impallidiscono al confronto di un ricordo altrimenti troppo forte.

Casa – il posto in cui posso stare in pace.

Namaste

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Odore di Benares

Sabato ero sul balcone a Leggere Harry Potter, il sole picchiava di più grazie all’effetto serra o grazie al fatto che il sole picchiava e bon.
È un po’ che non mi metto ad annusare gli odori stagionali, o forse è solo da giugno – credo che moti li sentano, sono queli odori dell’aria di quando cambia la stagione, a me piacciono moltissimo.
Forse era odore autunnale non saprei, era un odore di terra umida e fertile, una cosa molto buona comunque.
tavola compleanno
Non ho potuto fare a meno di smettere di leggere e godermi il bel caldo e terroso odore pomeridiano che mi faceva vivere sensazioni mentali mirabolanti, prima tra tutte l’India.
Mi ero dimenticato la sensazione che provavo ogni volta che aprivo la porta al piano terra per uscire. Essere su un pianeta alieno eppure non temere nessuno e niente, ma soprattutto essere pervasi da odori fortissimi, acri o dolci, e la desolazione di tornare a casa e scoprire un ambiente neutro, con la narici che speranzose cercano una qualche istrazione ma trovano solo lo scarico di una macchina, o la resina di un pino. È un po’ come quando si chiude la porta di una festa, dicevo, si erano provate un sacco di cose, luci casino gente etc, insomma si chiuda sordamente la porta dietro e fa solo.

clac.

Bon, silenzio nessuno fuori e tante cose in testa. Speriamo di tornarci, insomma, adesso che sono passati sei mesi dalla festa non sarebbe male riprovarci.

PS ho anche appena letto un post del blog di Musicomane, che da un anno è in Australia e sta per tornare qui. Scrive bene, anche io sono da un anno in Australia con lui praticamente 🙂 e mi sta facendo venire voglia di raggiungerlo fisicamente la prossima volta che ci va.

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Svegliarsi il giorno dopo

“Le montagne sembrano scalinate verso il cielo” ho pensato.

C’era un silenzio innaturale, le 7 e mezza di sabato mattina a causa del jet lag.. Un silenzio per me, le macchine passavano come sempre sono passate sotto la finestra, e gli uccellini cinguettavano sciallo con un riverbero molto ampio, ma c’è sempre stato quel megariverbero? Credo di si.. ma tutto era così tranquillo, mi sembrava di essere ancora sull’aereo; in India non vedevo montagne, e non c’era mai un attimo di silenzio nè di giorno nè di notte.. invece ora mi alzo, apro la finestra – in India era sempre aperta – faccio un respiro profondo privo di profumi e puzze se non un vago sentore di aria, osservo le montagne velate di nubi – in India se c’era umidità stava arrivando il temporale – e mi rendo conto di essere a casa.

Sembra di essere usciti da una festa, un sacco di gente che balla puzza fa casino ti urta ti tocca, ti parla e ti guarda, e tu ricambi tutto questo. Poi è ora di andare a casa, saluti quelli che riesci a salutare perché non hai tutto il tempo che vuoi, chiudi la porta e senti la testa un po’ sibilante per il rumore che c’era dentro, un sollievo di non essere più in quel caldo e in quel rumore a tratti eccessivo, apprezzi i grilli del giardino appena fuori e senti ancora le frequenze basse della musica dentro.. ma dall’altro lato hai già un po’ voglia di rientrare, nonostante il vino che ti fa girare ancora la testa. Paziente ti incammini verso casa, apprezzi la notte che ti avvolge e apprezzi il passato appena passato.

Questo si sentiva lì dalla finestra, e le montagne sembrano sì scale verso il cielo. A Benares le montagne non si vedono, nonostante a qualche centinaio di chilometri ci sia il Tetto del Mondo. La comunicazione con dio è il Gange, un fiume che per sua natura sta nel luogo più basso della zona, qui le montagne invece sono in alto (le montagne sono sempre in alto direi), e davvero la prima impressione era che fosse una salita verso il cielo, una possibilità di vedere quello che stava “oltre”.

È bello tornare a casa, almeno quanto è bello ripartire 🙂

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Partire, viaggiare, viaggiare partire

Viaggiare partire viaggiare e non fermarsi mai, chilometri chesotto il culo passano e allontanano i guai.. lo diceva Jovanotti più di dieci anni fa ormai, non sono mai stato un gran viaggiatore.
Però dopodomani (domani tra 4 minuti) prendo e vado ciao.. Vi saluto tutti e saluto su, prendo il treno e non ci penso più. L’aereo in realtà, con le sue belle ore di viaggio. Dal decollo del primo aereo all’atterraggio dell’ultimo ci passano.. uhm.. 24 ore circa.
Per l’occasione, si noti, ho anche rinnovato la facciata del sito, spero sia più navigabile. qui sotto troverete le ultime foto del viaggio e gli ultimi post del mio e degli altri blog.. Buona navigazione per ora 😉